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Ondate di calore

La siccità è causata da una deficienza di precipitazione, su un esteso periodo di tempo, dovuta ad una naturale variabilità climatica. Altri fattori climatici quali temperatura, vento, umidità relativa, radiazione solare intervengono poi nei processi di evaporazione e traspirazione, aggravandone la severità e quindi gli effetti. Sebbene la definizione della siccità della sua severità possa apparire a prima vista abbastanza soggettiva, esiste nel mondo scientifico un generale consenso nel distinguere la siccità dall’aridità e dalla desertificazione.

Mentre il termine aridità si riferisce, infatti, ad una condizione climatica permanente di una località o di un’area, caratterizzata da bassi valori di precipitazioni annuali o stagionali, la parola siccità rappresenta, invece, una condizione occasionale ed in qualche modo eccezionale, di diminuzione delle disponibilità idriche naturali, rispetto a valori ritenuti normali. Il termine desertificazione è invece usato per indicare un lento e talvolta irreversibile processo di riduzione o distruzione del potenziale biologico del suolo, dovuto all’interazione di fattori antropici e fattori naturali.

La severità di un periodo di siccità e dei suoi effetti della società dipende, oltre che  dall’intensità e dalla durata del fenomeni, anche dalla vulnerabilità della società all’evento stesso.

Il fenomeno della siccità produce, infatti, una complessa rete di impatti che abbraccia una varietà di settori e che spesso va molto oltre i confini dell’area fisicamente soggetta al fenomeno. Tale complessità è dovuta, ovviamente, alla fondamentale importanza che la risorsa idrica riveste in tutte le attività umane, dalla produzione di beni alla fornitura di servizi. Gli impatti della siccità sulla società possono essere riassunti in:

  • Impatti economici, riscontrabili nelle ripercussioni su attività primarie, come pesca ed agricoltura, a causa della diretta dipendenza di tali attività dalle riserve idriche superficiali e sotterranee. Oltre alle ovvie perdite relative all’entità dei raccolti inficiati, alla moria di bestiame per insufficienza di approvvigionamento, si annovera anche il notevole dispendio temporale ed economico necessario per il rimboschimento di aree devastate da incendi o per il risanamento delle specie boschive e vegetali infestate da nascenti popolazioni di insetti.
  • Impatti ambientali, quantificati in base al danno arrecato alle specie vegetali, animali ed alla qualità dell’aria e dell’acqua, alla perdita di suolo causata dai processi erosivi, facilitati dagli incendi, alla naturale degradazione del terreno a seguito della riduzione del contenuto idrico, alla perdita di biodiversità.
  • Impatti sociali, riguardanti la ridotta qualità della vita, i conflitti tra i gestori della risorsa. In questi casi si rende necessaria l’assunzione di misure di sicurezza riguardo la salute pubblica e più in generale la disponibilità di riserve idriche di emergenza.

Ai fini del Piano Operativo di Emergenza il perdurare di temperature elevate, al di sopra dei valori usuali, per almeno 3 giorni consecutivi, in alcuni casi associate a tassi elevati di umidità, comportano un rischio per la salute.

Tale rischio non colpiscono la popolazione in maniera omogenea ma alcuni sottogruppi risultano essere maggiormente vulnerabili a causa delle condizioni personali, sociali e di salute.

I gruppi particolarmente vulnerabili sono:

  • Le persone anziane hanno condizioni fisiche generalmente più compromesse e l’organismo può essere meno efficiente nel compensare lo stress da caldo e rispondere adeguatamente ai cambiamenti di temperatura; tra questi chi soffre di malattie cardiovascolari, di ipertensione, di patologie respiratorie croniche, di insufficienza renale cronica, di malattie neurologiche è a maggior rischio.
  • I soggetti affetti da patologie croniche e invalidanti che possono favorire gli effetti negativi del calore.
  • Le persone non autosufficienti poiché dipendono dagli altri per regolare l’ambiente in cui si trovano e per l’assunzione di liquidi.
  • Le persone che assumono regolarmente farmaci che possono compromettere la termoregolazione fisiologica o aumentare la produzione di calore.
  • I neonati e i bambini piccoli per la ridotta superficie corporea e la mancanza di una completa autosufficienza, possono essere esposti al rischio di un aumento eccessivo della temperatura corporea e ad una disidratazione, con possibili conseguenze dannose sul sistema cardiocircolatorio, respiratorio e neurologico.
  • Chi fa esercizio fisico o svolge un lavoro intenso all’aria aperta può disidratarsi più facilmente degli altri.

Per le prime due categorie attraverso l’anagrafe della fragilità, elenco predisposto dai servizi locali sia sanitari (ASL) che socio-assistenziali (Comune), si identifica la popolazione a maggior rischio per le ondate di calore.

Tale sistema informativo locale in rete ha accesso agli archivi nominativi degli assistiti, dei ricoveri, delle prestazioni ambulatoriali, delle prescrizioni farmaceutiche, delle esenzioni dal contributo sanitario per patologia, dell’invalidità civile, dell’assistenza domiciliare. Il rischio di colpo di calore diventa emergenza da tenere in forte considerazione durante gli esodi automobilistici per le ferie estive, tale fattore degenera:

  • per paralisi temporanea dovuto all’intasamento del casello autostradale;
  • per paralisi temporanea dovuto ad incidenti

In caso di emergenza il Comune, di intesa con le competenti Autorità sanitarie, predisporrà adeguate procedure operative ed informative per far fronte ad eventi di questo tipo. Anche se le modalità operative si baseranno sul sistema di prevenzione nazionale che prevede l’emanazione di un Bollettino di Pre-Allertamento / Allertamento, si rende nota la tabella indicativa della percezione degli effetti climatici sulla popolazione. Per stabilire empiricamente la sensazione di disagio e pericolo per la popolazione, in funzione della temperatura e dell’umidità relativa, e poter attivare il piano di assistenza alla popolazione, si può fare riferimento all’indice di disagio di Thom.

Questo indice è adatto per descrivere le condizioni di disagio fisiologico dovute al caldoumido ed è sensibile in un intervallo termico compreso tra 21°C e 47°C; al di fuori di tale intervallo, anche al variare dell’umidità relativa, l’indice attribuisce sempre la condizione fisiologica alle classi estreme, cioè “benessere” per temperature inferiori a 21°C e “stato di emergenza medica” per temperature superiori a 47°C.

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